Elaborazione numerica dei segnali 2, massacrante



Corso densissimo di matematica e concetti. Vietato improvvisare all’orale.
 
Se fosse un film, sarebbe uno di quelle pellicole epiche in cinemascope degli anni ’50, lunghissimo e intensissimo.
Se fosse un treno, sarebbe uno di quelli che quando passano, anche ad alta velocità, sembrano non finire mai.
Ma qui non sto parlando nè di treni nè di film, ma di un esame. Densissimo e strabordante di formule, un po’ come quasi tutti i corsi, qui ad Ingegneria a Cassino.
Elaborazione numerica dei segnali 2 è uno dei corsi che non puoi permetterti di studiare alla ‘bell’è meglio’, nei ritagli di tempo, no.
Oggetto del corso è la stima dei segnali numerici, ovvero quella complessa operazione matematica con la quale si ricava informazione su di un segnale (tempo discreto) a partire da una sua versione corrotta da rumore o filtrata da un canale.
Vari gli argomenti, tra cui il filtro di Wiener e di Kalman, l’algoritmo least square, algoritmo del gradiente, algoritmo least mean square.
Un corso prettamente teorico, con formule e dimostrazioni, matrici e vettori, autovalori e autovettori, filtri, il prof. Antonio Pauciullosbiancamenti, minimizzazioni, approssimazioni, ricorsioni, decomposizioni in valori singolari, gradienti, laplaciani, e chi ne ha più ne metta.
Il docente, Antonio Pauciullo (foto a fianco), già professore di teoria dei segnali nella laurea triennale), velocissimo ma dettagliato nella spiegazione, non concede sconti all’orale. Inutile imparare paginone di formule a memoria, o si capiscono i concetti o è meglio rinunciare.
Dopo settimane impegnato a sbobinare e un altro mese a studiare, nonostante le numerose lacune (per arrivare ‘preparato’ all’esame avrei avuto bisogno di un’altra settimana), tiro dritto come un treno in corsa, nessun ‘impapocchiamento’.
Il prof. gioca a riempire di decine di asticelle un foglio, una per ogni volta in cui ripeto la parola ‘praticamente’.
Me lo dirà ovviamente solo a fine esame, mentre aggiunge un altro trenta, il quarto di fila, sul mio scarno libretto.
Già, in effetti, ‘praticamente’ è fuori luogo in questo corso teorico. Ed è lui stesso ad ammetterlo.
Io annuisco, un po’ malinconicamente, pensando alla marea di matrici e equazioni destinate inevitabilmente a dissolversi nella mia mente, già a partire da domani.
Ora un po’ di meritato riposo, un viaggettino di una settimana a Trieste e in Slovenia e poi si passa ad un mio tallone d’achille, elettronica. E poi un massacrante quadrimestre, in cui riprenderò a programmare (o meglio, ci provo). Che Dio me la mandi buona.
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