Ci meritiamo questi autovelox?
[…] è proprio passando davanti a certi autovelox di assurda collocazione e ancora più assurda taratura (più slotmachine mangiasoldi che strumenti di controllo), oppure leggendo sul giornale del recente scandalo dei semafori truccati (il giallo che vira al rosso in un istante, per spillare denaro a migliaia di incolpevoli), che capiamo senza ombra di dubbio che lo zelo punitivo spesso ha ben poco nesso con la logica e con la sicurezza stradale. Ogni automobilista ne conosce più d’una, di queste irritanti trappole. Conosco poche persone che hanno ricevuto verbali da salasso per avere superato i 130 in autostrada: e se lo sono meritato. Ma ne conosco molte (e spesso pure io, che non guido, mi trovavo a bordo con loro) che hanno ricevuto anche più di una sanzione per essere transitati a 100 all’ora dove il limite, provvisorio e cervellotico, era stato abbassato a 90 perché la carreggiata era ristretta a due corsie. Memorabili certi verbali dell’autovelox di via De Gasperi a Formia, recapitati per velocità nette di ben 51 km/h. Chi ce l’ha lo conserva gelosamente come una reliquia. Allo stesso tempo, capita di notare comportamenti di guida pericolosi e odiosi (superare a destra in autostrada; ignorare le distanze di sicurezza, guidando incollati al paraurti di chi precede e lampeggiando come ossessi) che restano impuniti. E diffusissime, sciatte abitudini italiote, tipo parcheggiare in doppia fila, o guidare con il cellulare incollato all’orecchio (un auricolare costa 15 euro, dannazione!) prosperano indisturbate in ogni landa dello Stivale. E a sud di Roma vedere un motociclista in casco è un’esperienza più unica che rara.
Per questo quando sento parlare di troppe multe nel Paese – il nostro – che non ama troppo le regole, capisco che anche qui c’è l’inghippo. Ci sarebbe poco da eccepire se questo massiccio prelievo avesse un indiscusso indirizzo pedagogico: un popolo insofferente alle regole merita di pagare il prezzo della sua indisciplina. Purtroppo, a ingarbugliare di molto la faccenda, c’è la diffusa sensazione che modi e criteri di questo giro di vite non siano equi né utili a ristabilire un minimo di civiltà, stradale e non solo. […] Insomma, […], "è come se a pessimi cittadini corrispondesse un mediocrissimo Stato: gli uni e l’altro impegnati a fregarsi a vicenda, e il secondo, per rassegnazione o incapacità, dedito a pratiche furbastre (gli autovelox, i semafori fregasoldi), un esattore disinvolto più che un educatore severo". Ogni volta che sento l’ennesimo consiglio comunale sulle strisce blu o sugli autovelox […] non posso fare a meno di pensare che le multe dovrebbero essere uno strumento dissuasivo e repressivo, non una voce di bilancio. E tantomeno un ammortizzatore sociale per lavoratori da assumere rendendo grazie al politico di turno.
Per questo bisognerebbe riguardarsele bene quelle foto scattate dai nostri onnipresenti autovelox. Metterle tutte in fila. E vedere che faccia facciamo, e quanto in fondo ci assomigliamo tutti, gabellieri e gabellati. Noi pronti all’ennesimo sorpasso, pur di fregare quello che ci sta davanti.
[Luca Di Ciaccio, telefree.it]
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