Campi elettromagnetici 1, un esonero travestito da esame
Mi sarebbe tanto piaciuto chiamare ‘esonero’ quello che c’è stato giovedì nell’aula 1, facoltà di Ingegneria.
Ma forse sarebbe più opportuno chiamarlo esame.
Esonero, o compitino, o prova intracorso, mi evoca un altro significato. Mi viene in mente un felice banchetto di cani e porci alla mensa della facilità, a colpi di appunti, sbirciatine e domande ‘vero o falso’, o con le crocette.
Il clima, invece, che si respirava giovedì era quello di un esame vero, con il trio di prof. di campi elettromagnetici in tenuta da guerra a vietare uso di appunti e fogliettini, a differenza dello stesso esonero dell’anno scorso.
Esercizi non difficilissimi, questo sicuro, ma non è stato certo una passeggiata
E le troppi frasi di circostanza “è meglio fare lo scritto a fine quadrimestre, piuttosto che due esoneri” è stata solo una conferma di un disfatta annunciata, da cui mi sono salvato (spero) solo grazie ad un affannatissimo studio di qualche giorno prima.
A metà marzo l’altro scritto, poi l’orale. Che fatica.
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