Analisi 3, l’anestetica fine della triade di matematica



Odissea finita, dopo due settimane e mezzo a pane e teoremi:
sconfitta anche la ‘maledizione’ di luglio

Finalmente è finita. Dopo una ventina di giorni di tribolazioni (a luglio nei due anni passati non ero mai andato oltre un esame), di studi affannati e teoremi pesantemente ripetuti fino alla nausea, adesso mi sento leggero come un uccellino.
Per carità, non ce l’ho contro la matematica, per carità.
Mi è sempre piaciuta, nonostante prof. che alle superiori tutt’altro facevano che insegnarla a dovere, difficoltà di esercizi e i cavilli delle dimostrazioni, che mi rifiuto di imparare a memoria, come invece fanno molti.
Il problema è un altro.
È che non riesco a capire perché i prof. di analisi matematica all’università ti fanno perdere tempo: una vita per passare lo scritto, tempo a non finire per rintracciarli e stabilire finalmente la data dell’orale.
In tutto, per portare a termine geometria + le tre analisi sono passati quasi tre anni, contro l’anno e mezzo regolamentare.
E’ sbagliato, ovvio, imputare tutta la colpa ai prof., oberati dagli impegni (la prof. Tiziana Durante, docente di analisi 3, ritratta nella panoramica foto a fianco, ha una cattedra a Cassino e una a Frosinone): un po’ è anche colpa mia, alle prese col mio punto debole: gli esami scritti, qui più che mai determinanti che altrove.
Tant’è vero che la già citata prof. Durante, (i fisionomisti troveranno dal vivo in lei una certa somiglianza con Juliette Binoche, la protagonista di Chocolat) alla fine della mia impeccabile prova orale (scusate l’immodestia) mi propone un deludente 24.
“Jah, p’ssoré, mi faccia qualche altra domanda!” sbotto, sorridente, in una rozza quanto evidente richiesta di un voto più alto, espressione permessa dall’affabilità della docente, davvero alla mano, ma comunque esigente, un po’ come tutti gli insegnanti donna, normalmente restie a concedere sconti sulla preparazioni degli studenti.
E così, dopo un lungo colloquio a base di integrali doppi e tripli e proprietà di forme differenziali, l’esame (nell’angusto e trafficato studio, in un via vai di prof. che devono accedere all’armadio dietro la mia sedia, e ragazzi che ogni cinque minuti entravano per chiedere informazioni alla prof. su passati e futuri esami di analisi) più ‘rumoroso’ della mia vita volgeva al termine.
Il tempo della domandona finale sulla dimostrazione della formula di Taylor in R2 col resto di Lagrange (non difficile, in verità), e finalmente il mio addio all’analisi matematica con un discreto 26.
In realtà è solo un arrivederci (nella laurea specialistica ci sarà analisi 4, e poi, per i più folli, anche analisi 5 ,– oddio! Ho i brividi solo a pensarci! – corso a scelta fra gli opzionali) per una materia ‘tosta’ che mi ha riservato non poche soddisfazioni (persino la prof., libretto alla mano, si concede un “Ammazza! Hai preso 27 e 29 con Corbo!!”), ma per ora, davvero è finita. Grazie al cielo.

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2 pensieri riguardo “Analisi 3, l’anestetica fine della triade di matematica

  • 23 Luglio 2004 in 20:25
    Permalink

    “bella” sta prof.
    un amico (di gaeta, ora ing. elettronico) aveva una prof di comunicazione elettriche che somigliava ad una nota pornostar (mi sfugge il nome)

    extrabyte

    Risposta
  • 24 Luglio 2004 in 15:04
    Permalink

    vedo che il tuo “Jah, p’ssoré” resiste immutabile nei tempi :)

    Risposta

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