Banderas, il personaggio di Gaeta

Dopo quasi 3 anni, più o meno, ieri, per puro caso, ho rivisto Banderas, una vecchia conoscenza, uno dei personaggi del mio sito.

Emiliano Banderas è uno di quei personaggi divertenti, da non prendere mai sul serio, uno sparapalle da guinness: dietro al bancone di un noto ristorante bar di Sant’Agostino, a Gaeta, mi racconta che è lì solo per sostituire un amico, e nel prossimo futuro avrà, lui spera, un lavoretto da 3000 euro sottomano, ma senza dirmi di cosa si tratta, per scaramanzia.

“Devo questo lavoro alle mie capacità intellettuali, la mia ‘cazzimma’” prosegue, “un lavoro sotto casa, non da imbarcato, a Gaeta. Peccato solo che per fare questo lavoro dovrò prima seguire un corso obbligatorio da 1500 euro, diciamo… una mazzetta, perché i prof. del corso e quelli dell’esame finale, del concorso sono gli stessi”.

Inutile dire che molto probabilmente, Banderas, ex matricola trentenne di ingegneria elettrica a Cassino con all’attivo in un anno solo l’esame di Fisica 2 (18), l’anno prossraimo sarà anco dietro un bancone di un bar a far panini, o su furgone a consegnare (e mangiare) mozzarelle.

Nel suo breve ma intenso eloquio trasuda esperienza di conquistadores (da qui il suo nomignolo, Banderas, che lui stesso si è messo), furbo lavoratore da 1200 euro al mese da posizione ‘privilegiata’ (“mmm, dovessi vedé, che cosce, tutte ‘ste femmene spugliate che vengono qui…), ex universitario che ha abbandonato una vita di sacrifici sottopagati (“e ti conviene studià? Qua lavoro non lo trovi, ti assumono solo al nord con 800, 900 euro al mese, che non ti bastano e quindi devi chiedere i soldi ai tuoi genitori…”), ma soprattutto, anche se lui non lo sa, precario trentenne scansafatiche in cerca di facili soldi.

Nonostante tutto, un personaggio, un grande personaggio. In bocca al lupo, Banderas.