A Napoli e Verona non si fuma manco all’aperto? A Cassino si fuma nell’università..
Ma come siamo strani in Italia. A scrivere le leggi, siamo bravissimi. Ad applicarle, invece..
L’ultimo caso che mi fa un po’ ridere è la legge sul divieto di fumo nei parco giochi, all’aperto, nella vicinanza di bimbi e donne incinte, coniata a Napoli. Napoli! Cioè è come se Amsterdam si inventasse la legge contro le droghe leggere, o Cuba una legge contro la prostituzione.
A Napoli sarà molto, molto difficile far rispettare questa legge. Come un po’ tutte le leggi in generale, come ad esempio l’obbligo del casco sui mezzi a due ruote.
Vabbè, dai. Napoli non è l’unica. Anche a Cassino, qui all’Università, ci sono prof. che fanno un po’ come cavolo li pare.
Prima dell’avvento della legge che proibiva il fumo nei luoghi pubblici chiusi, c’erano un paio di prof. che sporadicamente fumavano in classe, durante la pausa tra un’ora e la successiva di lezione.
Poi hanno messo i cartelli (capirà, multe di qualche decina di euro, mi viene da ridere) e anche questi prof. accaniti fumatori si sono spostati (come tutti gli studenti col vizio del fumo) nell’atrio o sulle scale.
Ma evidentemente certe abitudini balorde sono dure a morire, così qualche settimana fa becco un prof. che fumava tranquillamente proprio SOTTO il cartello del divieto di fumo, in pieno corridoio, nel nuovo edificio di ingegneria. Bah.

Posso capire che il prof. non poteva lasciare l’aula (c’era un esame scritto, in contemporanea a quello orale), ma allora che si trattenesse, masticasse una gomma, o che chiamasse un collega a sostituirlo in quei minuti in cui si sparava nicotina nei polmoni..
Cosa voglio dimostrare? Nulla, siamo in Italia, d’altronde. Non voglio certo fare l’eroe, né beccarmi una denuncia, per carità.
Solo dirvi che a volte, leggendo certe leggi, mi viene proprio da ridere. E basta.
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