Imu e aumenti Iva 2013 porteranno ad un peggioramento della crisi?

L’Imu non è un’imposta equa, e con l’aumentare dell’Iva prevista tra qualche mese c’è il rischio di non uscire dalla recessione
L’imposta municipale propria, più comunemente nota come Imu, non rappresenta una tassa che rispetta il principio costituzionale della progressività fiscale.
Non a caso anche l’Ue ha bocciato l’Imu come tassa non equa, il che significa che il nuovo Governo, quello che uscirà dalle Elezioni Politiche del 2013, avrà necessariamente il dovere morale di rendere l’imposta più equa partendo da un minor peso a carico delle famiglie monoreddito e di quelle che, comunque, come casa possiedono solo l’ abitazione principale.
D’altronde lo scorso anno gli italiani hanno pagato l’Imu sborsando importi mediamente più alti rispetto alla vecchia ICI, l’imposta comunale sugli immobili. Ma il Governo Monti ha lasciato in eredità anche un altro provvedimento che scatterà nel prossimo mese di luglio del 2013. Trattasi, nello specifico, di un nuovo aumento dell’IVA, l’imposta sul valore aggiunto, che rischia di affossare ulteriormente i consumi che in Italia sono tra l’altro già al palo da un bel pezzo.
Gli effetti negativi sul ciclo economico sarebbero diretti e indiretti anche considerando che l’aumento dell’Iva innescherebbe rincari sui beni energetici ed un conseguente trasferimento dei maggiori costi sui prezzi al dettaglio.
D’altronde continuando ad inasprire la tassazione a carico di famiglie ed imprese difficilmente si uscirà in tempi brevi dalla crisi, da quello che è oramai diventato un circolo vizioso alimentato dai redditi medi in calo, dalla disoccupazione e dall’erosione, per molte famiglie, dei risparmi di una vita.
Ed è di questa opinione Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum: “E’ necessario [..] ridare respiro e potere di acquisto alle famiglie dei lavoratori e dei pensionati, facendo pagare il peso degli interventi di politica economica necessari alla messa in sicurezza del Paese alle categorie sociali che in questo decennio si sono arricchite. Diversamente ci incamminiamo vero una recessione irrecuperabile e una marginalità dell’Italia in Europa”.
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