Facebook cancella le pagine con contenuti violenti contro le donne

Violenza sulle donne e Facebook: il social network di Mark Zuckerberg sta iniziando a cancellare pagine con materiale offensivo e violento contro le donne
In un contesto sociale sempre più preoccupante in merito alla violenza sulle donne, con le cronache sempre più frequentemente occupate da casi di femminicidio e stupri, anche il più famoso social network del mondo ha deciso di dare il suo contributo, dopo troppo silenzio sull’argomento e, soprattutto, dopo che gli indispensabili inserzionisti hanno cominciato a fuggire.
Stiamo parlando di Facebook, chiaramente, che sui contenuti incitanti all’odio ha sempre tenuto un atteggiamento troppo permissivo e che ha sempre sposato la filosofia per cui dal social network non si possa essere espulsi per una battuta fuori luogo, al pari di come questo non accada nei bar.
Una filosofia che ha recentemente cominciato a vacillare davanti al proliferare di pagine inneggianti alla violenza contro le donne, con immagini fin troppo esplicite di donne brutalizzate, accompagnate da commenti rozzi e di cattivissimo gusto.
A tal proposito hanno cominciato a muoversi gruppi di attivisti come WAM e Everyday Sexism Project, ma in generale è partita una vera e propria campagna di protesta su Twitter usando l’hashtag #fbrape.
Oltre l’aspetto sociale, tuttavia, il colosso Facebook ha cominciato a prendere il problema seriamente nel momento in cui alcuni inserzionisti, Unilever e Nissan in primis, hanno cominciato a bloccare le loro inserzioni, dopo che le loro pubblicità sono apparse a fianco di contenuti offensivi nei confronti delle donne. Ora che il gruppo californiano sta cominciando a vedere crescere i propri ricavi (+38% rispetto al primo trimestre dello scorso anno) non può permettersi passi falsi, da qui il giro di vite.
In un comunicato Facebook ha ammesso di aver sottovalutato il fenomeno del cosiddetto “hate speech” e ha annunciato di aver cancellato molti messaggi violenti, di aver cambiato le regole per la pubblicazione di contenuti e di aver previsto la possibilità di denunciare coloro che pubblicheranno materiale offensivo e istigante all’odio.
Fonti:
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