Investimenti ingannevoli, Unicredit multata dall’Agcom per il Conto risparmio sicuro

Se si vuole Investire i risparmi è fondamentale leggere il contratto per evitare delusioni. Vediamo il caso di Unicredit, multata per pubblicità ingannevole relativamente al prodotto di investimento ‘Conto risparmio sicuro’: a caratteri cubitali un tasso di interesse superiore a quello effettivo
Quando si tratta di investire i propri soldi, magari i sudati risparmi di una vita, occorre sempre fare molta attenzione. Innanzitutto occorre evitare di assumersi rischi inutili, ed è necessario sempre ed in ogni caso leggere ben attentamente le condizioni contrattuali con particolare riferimento alla presenza di eventuali penali, limitazioni, esclusioni e/o franchigie. Questo perché le pubblicità legate ai prodotti di investimento, anche quelli che presentano rischi molto contenuti, possono essere poco chiare.
E’ successo con Unicredit relativamente al prodotto denominato “Conto risparmio sicuro“, per il quale l’AGCOM, Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, ha inflitto alla società Unicredit una multa da 250 mila euro.
Il messaggio pubblicitario, come rivela il portale Altroconsumo, risale al periodo tra il mese di maggio ed il mese di giugno dello scorso anno con cui Unicredit offriva il “Conto risparmio sicuro” (qui c’è la versione della pagina dal sito Unicredit salvata in archive.org, già ‘edulcorata’ rispetto alla versione iniziale, relativa ad un mese prima), un conto di deposito remunerato, a un tasso fino al 7%. Secondo l’Antitrust, in accordo con quanto riportato dall’Associazione Altroconsumo, il messaggio pubblicitario di Unicredit presentava profili di ingannevolezza con conseguente pratica commerciale scorretta.
Questo perché il tasso lordo del 7% veniva riconosciuto solo nell’ultimo dei cinque anni durante i quali i soldi investiti dal cliente erano soggetti a vincolo. Nella realtà, per tutta la durata dell’investimento, riporta altresì l’Associazione dei consumatori, il rendimento effettivo annuo lordo era pari al 4% lordo a conferma di come le campagne promozionali siano una cosa, e le informazioni complete presenti sul contratto da firmare siano un’altra.
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