Mondiali di calcio Qatar 2022, già 1.200 i morti a causa dei lavori forzati

Numerosissimi incidenti mortali sul lavoro per le costruzioni di stadi e impianti sportivi in Qatar per i mondiali di calcio 2022: già 1200 morti. Si teme che arriveranno a 4000
Organizzare un evento sportivo di portata mondiale, come può essere una competizione calcistica o le Olimpiadi, può essere una grande occasione economica per il paese ospitante, che però, e l’Italia lo sa bene, deve effettuare un investimento non indifferente, per strutture che subito dopo rischiano di diventare inutilizzabili.
Fra i prossimi paesi ospitanti i Mondiali di calcio c’è il Qatar, che ormai da mesi sta costruendo ben 9 stadi e nuove infrastrutture che nel 2022 accoglieranno le Nazionali che si qualificheranno alla fase finale. Un evento importante, che darà ulteriore visibilità a uno dei paesi più ricchi del globo, ma che rischia di macchiarsi del sangue di migliaia di morti bianche, causate da una vera e propria schiavizzazione in corso nel paese arabo.
Secondo un’indagine condotta dal quotidiano britannico “The Guardian”, che ha raccolto i dati in possesso di alcune ambasciate e dell’organizzazione sindacale transnazionale “International Trade Union Congress” (Ituc), sarebbero già 1.200 i morti dagli inizi dei lavori, di cui 44 riconosciuti solo nel periodo compreso fra il 4 giugno e l’8 agosto. Gli organizzatori di Qatar 2022 si definiscono estranei alla vicenda, ma secondo questa inchiesta le ditte appaltatrici starebbero costringendo ai lavori forzati numerosi immigrati giunti in cerca di lavoro da Nepal, India e Pakistan, imponendo turni massacranti e negando i diritti più basilari, fra cui cibo e acqua. Per impedire fughe e ribellioni, inoltre, i documenti di molti lavoratori sarebbero stati confiscati, senza considerare che gli stipendi arrivano con mesi di ritardo.
Secondo alcune stime se la situazione non dovesse cambiare il numero dei decessi alla fine dei lavori potrebbe salire fino a 4.000, ed è per questo che l’Ituc ha chiesto l’intervento della Fifa, affinché faccia pressione sul Qatar e fermi questo uso sistematico del lavoro forzato, a costo di dover annullare i Mondiali di calcio.
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