Pensioni d’oro sopra 90mila euro, una stangata per redistribuire la ricchezza

un pensionato su due non riesce ad arrivare a fine mese, il Codacons chiede più tasse per i pensionati ricchi, che percepiscono più di 90000 euro all’anno
Negli ultimi cinque anni con la crisi tanti, troppi italiani sono rimasti indietro. Il malcontento popolare è recentemente sfociato nella cosiddetta protesta dei Forconi. Ma questo malessere è frutto di politiche sbagliate, in questi ultimi anni, e caratterizzate da scarsi risultati ottenuti nel redistribuire la ricchezza. Questo anche perché i provvedimenti non sono stati incisivi come dovevano essere.
Per esempio, chi prende ogni anno pensioni d’oro, sopra la soglia complessiva dei 90 mila euro, dovrebbe pagare un’Irpef ben più alta dell’aliquota massima attualmente posizionata al 43%. Questo è quanto, tra l’altro, è tornato a chiedere il Codacons nel commentare i dati dell’ ultimo Rapporto SPI-Cgil sui pensionati.
Il prelievo sui pensionati d’oro, almeno fino a quando la crisi non avrà mollato la presa sull’economia reale, potrebbe secondo il Codacons permettere alla maggioranza dei pensionati di avere più soldi per andare avanti.
Il Rapporto SPI-Cgil rivela infatti che un pensionato su due non riesce ad arrivare alla fine del mese in quanto le prestazioni previdenziali erogate sono oramai del tutto incompatibili con quello che è il reale costo della vita.
Si è arrivati a questo punto in Italia per responsabilità di tutti i Governi che si sono succeduti almeno negli ultimi 20 anni visto che la rivalutazione delle pensioni non è stata agganciata all’inflazione reale. La conseguenza di tutto ciò è che i pensionati, dopo aver già azzerato da tempo le spese per gli svaghi, ora hanno iniziato anche a ridurre gli acquisti di generi alimentari.
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