Cori contro Napoli, Morandi critica i tifosi del Bologna

Striscioni razzisti e cori contro il Napoli, Morandi contro l’assenza di sportività dei tifosi del Bologna
Nonostante i tentativi della Lega calcio di arginare il fenomeno, negli stadi italiani quasi settimanalmente si assiste a fenomeni di razzismo o, come si suole dire ultimamente, discriminazione territoriale. Anche in risposta alle numerose diffide e squalifiche comminate negli ultimi mesi, gli ultrà amano sfidare i regolamenti, esponendo spesso striscioni offensivi o intonando cori denigratori, approfittando anche del fatto che la giustizia sportiva raramente opera con coerenza, considerato che raramente applica la sanzione che prevede la chiusura delle curve, tanto da arrivare ad annullare una sentenza comminata alla curva dell’Inter solamente perché vi era un derby da giocare.
Fra i più bersagliati dai cori dei tifosi avversari c’è la squadra del Napoli, oggetto anche domenica di striscioni e cori vergognosi inneggianti al Vesuvio da parte dei tifosi del Bologna. La società rossoblù, nel tentativo di creare un clima disteso, aveva deciso di creare una sorta di ponte culturale fra Bologna e Napoli, diffondendo dagli altoparlanti “Caruso”, la famosa canzone di Lucio Dalla.
L’iniziativa, se possibile, ha avuto quasi l’effetto contrario, considerato che fin dalle prime note parte dei tifosi bolognesi hanno cominciato sonoramente a fischiare.
Fra i più grandi tifosi del Bologna c’è Gianni Morandi, amico del compianto Lucio Dalla, altro appassionatissimo dei colori rossoblù, e presidente onorario della società.
Il cantante bolognese oggi non ha esitato a lanciare una critica feroce alla tifoseria del Bologna, parlando attraverso il proprio profilo Facebook di striscioni inqualificabili e intollerabili apparsi ieri contro la città di Napoli.
Morandi, che ieri era presente al Dall’Ara, non ha nascosto di essersi vergognato e nel proseguo del suo post si chiede dove è finita la sportività di un pubblico conosciuto per la sua correttezza e per applaudire gli avversari che si dimostravano più forti, dichiarando altresì che la memoria di Dalla è stata infangata e che per quanto simbolica, la carica di presidente onorario del Bologna non gli interessa più.
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