Disoccupazione Italia, troppi giovani con la paghetta settimanale



I rapporti fra i giovani e il lavoro: disoccupazione, paghetta dei genitori per sopravvivere, raccomandazione e accettazione di lavori ‘umili’ o non consoni al percorso di studio

giovani disoccupatiSono giovani, sono disoccupati, ma per favore non chiamateli bamboccioni. In Italia la maggioranza dei giovani disoccupati, che vivono della paghetta settimanale dei genitori o dei nonni fin oltre i 30 anni di età, pur di lavorare è infatti disposta ad accettare qualsiasi lavoro.

Questo è quanto è emerso, tra l’altro, da “Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014“, un Rapporto Coldiretti/Ixè. Nel dettaglio, in Italia il 51% dei trentenni vive ancora con la paghetta settimanale dei genitori o dei nonni, ma nello stesso tempo quasi un giovane su quattro, avendone l’opportunità, accetterebbe senza esitare un posto da spazzino.

 


Ed ancora, il 27% pur di lavorare è pronto ad entrare in un call center, e addirittura il 36% sarebbe disposto a trovare un’occupazione come pony express. Pur tuttavia, dopo tanto cercare, nell’ultimo anno il 44% dei giovani disoccupati non ha inoltrato domande di assunzione, mentre chi lo ha fatto in dodici mesi ha inviato mediamente circa venti curriculum.

l fatto che quasi la metà dei giovani disoccupati non invia domande per cercare un lavoro è frutto anche dell’idea per cui, stando ai risultati dell’indagine Coldiretti/Ixè, ben otto giovani su dieci sono convinti che per trovare un posto di lavoro ci sia bisogno della raccomandazione.

Non sorprende di conseguenza il dato secondo cui il 51% dei giovani disoccupati pur di lavorare è disposto a lasciare l’Italia a fronte del 64%, comunque, disponibile a rimanere in Italia ma a cambiare città in presenza di un’opportunità lavorativa.

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