Il quadro più famoso del mondo: Analisi de La Gioconda

Descrizione e spiegazione dell’opera La Gioconda di Leonardo Da Vinci, il dipinto più famoso del mondo. Curiosità e approfondimenti sul quadro della Monna Lisa
L’opera La Gioconda di Leonardo da Vinci è ubicata a Parigi, al Musèe du Louvre. E’ stata prodotta tra il 1503 e il 1506, anche se alcune fonti segnalerebbero 1506 – 1514; le dimensioni sono di 77×53 cm e si tratta di un olio su tavola.
E’ senza dubbio l’opera più famosa ed enigmatica di Leonardo da Vinci, ed è il quadro più conosciuto al mondo. Stando alle cronache del tempo e alle descrizioni di esperti d’arte e storici, la più attendibile sarebbe l’ipotesi del Vasari, ossia che il soggetto raffigurato sia la moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, Lisa (da qui deriverebbe il secondo nome dell’opera, ossia Monna Lisa). Sempre secondo fonti storiche, l’opera non fu mai consegnata dall’artista alla committenza, ma lo portò con sé durante i suoi spostamenti, in quanto si affezionò ad essa n uan maniera quasi morbosa, tanto da esserne ossessionato. Non è certo se il quadro fu dato dallo stesso Leonardo all’imperatore Francesco I di Francia, oppure se sia stato tento in Italia da un suo allievo e successivamente riportato Oltralpe.
Il ritratto mostra una donna seduta a mezzo busto, girata leggermente a sinistra ma con il volto frontale, rivolto verso lo spettatore e le mani sono dolcemente adagiate in primo piano. Sullo sfondo si intravede un paesaggio, forse fluviale, fatto di picchi e speroni di roccia, come consuetudine del Leonardo.
Il soggetto indossa una veste all’apparenza pesante, scollata, come era d’uso all’epoca, con una sorta di ricamo lungo il petto e maniche che sembrano di tessuto diverso. In testa indossa un velo trasparente, probabilmente per mantenere fermi i lunghi capelli sciolti fatti ricadere su una spalla, insieme a un drappo che funge da sciarpa.
Due sono le caratteristiche del dipinto: la prima è l’impercettibilità delle pennellate, quasi eteree, grazie alla tecnica dello sfumato, ossia lo sfumare i contorni delle figure grazie a gradazioni di luci e colori che si fondono in maniera impercettibile. Leonardo inoltre aggiunge una resa atmosferica impeccabile, legando il soggetto in primo piano con lo sfondo.
La seconda, pur mantenendo le caratteristiche del ritratto del Quattrocento, l’opera è considerata di innovazione anche per la caratteristica posa del personaggio, diversa dalle altre, più impostate e innaturali. La naturalezza del soggetto induce inoltre a una introspezione psicologica, quell’alone di mistero evidente soprattutto nel sorriso enigmatico del soggetto. Nessuno, fino ad ora, ha mai introdotto il mistero in un ritratto.
L’artista ha lavorato molto sull’opera, mettendo in pratica le sue conoscenze di ricercatore, pensatore, ma anche poeta, anche se l’aspetto scientifico fuso con quello filosofico è stato trascurato. Tuttavia, grazie a quest’opera, il ritratto acquisisce valore universale. E’ stato uno dei primi ritratti a rappresentare il soggetto davanti a un panorama immaginario e non uniforme.
Tuttavia alcuni storici, ritengono che il paesaggio sia reale, in Toscana, tra Arezzo e la Val di Chiana. Questo si evince da un ponte che si intravede oltre al spalla della Monna Lisa, simile a un ponte realmente esistente a Buriano, e si intravede l’antica via Cassia, che collega Roma, Firenze, Chiusi e Arezzo.
Si evidenzia che la parte di sinistra è posta più in basso rispetto a quella destra, tanto che si pensa che fosse stata aggiunta successivamente.
Leonardo ha voluto mettere in risalto l’inafferrabilità della natura e dell’anima, sia con lo sfumato e il sorriso, ma anche con una luce particolare, rendendo l’immagine quasi ideale ma non statica.
fonte: http://www.inftub.com/storia/storia-dell-arte/LA-GIOCONDA-Descrizione-del-di23892.php
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