Cure contro il cancro dopo il terzo mese non danneggiano il feto

Se la futura mamma ha un tumore, non deve rinunciare alle cure: la chemioterapia e la radioterapia non creano danni al bambino
La storia è piena della cosiddette “madri coraggio”, e cioè di quelle donne che, scoperto in gravidanza di avere un tumore, hanno deciso di rinunciare a curarsi per poter preservare la salute del bambino che portavano in grembo, finendo spesso con il condannare sé stesse.
Dalla Spagna ora arriva una speranza per coloro che in futuro dovranno fare una scelta tanto difficile, perché a Madrid sono stati presentati i risultati di una ricerca che ha coinvolto anche l’Italia, secondo cui dopo il terzo mese di gravidanza la chemioterapia e la radioterapia non danneggiano il feto.
Secondo le statistiche ogni anno in Italia circa 600 donne scoprono di avere un tumore mentre sono incinte, un numero destinato ad aumentare sia per l’incremento dei casi di cancro, soprattutto a seno, pelle e sangue, sia perché si tende a diventare mamme in età più avanzata.
Lo studio internazionale presentato al Congresso europeo di oncologia medica (Esmo), che si sta svolgendo nella capitale spagnola, ha presentato risultati confortanti circa il fatto che le cure somministrate a una donna dopo il terzo mese di gravidanza non comportano problemi per lo sviluppo neuro-comportamentale del futuro bambino, né tantomeno problemi al suo cuore.
Lo studio, inoltre, ha evidenziato come l’evoluzione delle tecniche mediche abbia portato altresì a rendere più efficaci le cure contro un cancro anche nell’ultimo trimestre di gravidanza, quando comunemente si pensava che la chemioterapia diventasse meno efficace a causa del maggior assorbimento delle radiazioni da parte del feto. Indubbiamente deve prevalere la prudenza, ma le notizie arrivate da Madrid potrebbero portare una futura mamma a non dover più scegliere fra la propria vita e quella del figlio in arrivo.
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