Torino, genitori in rivolta contro i bidelli Rom

Integrazione Rom – italiani. In una scuola a Torino protesta dei genitori degli alunni: vogliono cacciare via i bidelli di etnia Rom.
A Torino, in strada San Mauro, c’è la scuola elementare “Giovanni Cena”, segnalata dall’Unicef per il successo delle iniziative proposte atte ad agevolare l’integrazione fra i bambini italiani e quelli Rom, particolarmente numerosi (attualmente sono 72) per la presenza di alcuni insediamenti nelle vicinanze.
Una di queste iniziative, tuttavia, ultimamente sta creando qualche tensione all’interno della struttura scolastica, perché alcuni genitori avrebbero fortemente contestato la presenza di due bidelli Rom, facenti parte del progetto “Clean – Idea Rom”, che prevede una borsa lavoro di 300 ore per agevolare una proficua integrazione. I genitori in questione contestano la presenza di Geta, 36 anni, e Vasile, 19 anni, a causa delle loro usanze tradizionali e per il fatto di sottrarre il posto a soggetti italiani, in un periodo economicamente così difficile. La preside dell’istituto e la responsabile del progetto rigettano le accuse, definendo l’attacco dei genitori una ingiustificata tolleranza.
I due Rom, infatti, come prevede il progetto sono incensurati, non percepiscono uno stipendio dallo Stato e, soprattutto, offrono un contributo fondamentale a livello pratico, occupandosi di lavori manuali tutti i pomeriggi, e agevolando la coesione fra i bambini Rom e quelli italiani. Un contributo culturale e di mediazione fondamentale, secondo i responsabili di questa iniziativa, particolarmente importante alla luce del fatto che il problema principale dei bambini Rom è la scarsa conoscenza della lingua italiana, conferendo ai due collaboratori anche il prezioso ruolo di traduttori.
Nonostante la protesta il progetto va avanti e Geta e Vasile resteranno al loro posto, anche perché a fronte di alcuni genitori contrari vi è la soddisfazione delle famiglie Rom, che hanno sottolineato come la presenza dei due collaboratori abbia favorito l’integrazione dei loro figli.
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