Chip nelle mani, la nuova frontiera del salvataggio dati

Per salvare i dati sensibili verrà usato un chip impiantato sottopelle: non è fantascienza, già 2000 persone ce l’hanno
Hard disk, pennette usb, cloud, sono tutti strumenti per salvare i nostri dati, in un’era in cui la protezione e la salvaguardia delle informazioni personali costituiscono un argomento di assoluta attualità. La tecnologia, tuttavia, compie passi da gigante ogni giorno, fornendo strumenti sempre nuovi e arrivando a fondersi, ogni tanto, con la fantascienza ammirata in tanti film.
E’ il caso del chip la cui diffusione si sta sviluppando rapidamente e che viene impiantato nelle mani, fra pollice e indice, permettendo di custodire, e nel caso condividere, dati personali più o meno sensibili. Un impianto che, secondo alcune stime, è già presente in duemila persone in tutto il mondo, fra cui figura Martijn Wismeijer, amministratore delegato della società Mr. Bitcoin, specializzata in bancomat che trattano la famosa moneta virtuale. L’uomo d’affari olandese, dopo il rifiuto a effettuare l’impianto da parte del suo medico, si è fatto assistere da un tatuatore e ora nelle mani ha due diversi chip, in cui sono presenti dati pubblici, password e bitcoin, eventualmente trasferibili per pagare transazioni.
I chip, che possono contenere 880 byte di dati, si comprano online al costo di 99 dollari e inclusa nella confezione vi è anche la speciale siringa per l’applicazione sottopelle. Secondo Wismeijer il dolore che si avverte è poco superiore a quello di una normale iniezione, ma la comodità di utilizzo ripaga ampiamente il fastidio, considerando anche le eventuali applicazioni future di questa tecnologia, che un giorno potrebbe portare ad aprire una porta passando semplicemente la mano davanti a una serratura. Alcuni esperti, tuttavia, ritengono questo chip poco sicuro e facilmente hackerabile, senza considerare che l’impossibilità di spegnerlo rende il soggetto che lo ha impiantato rintracciabile 24 ore su 24.
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