Cos’è l’ISC, l’indicatore sintetico di costo per i conti correnti

Conto corrente bancario, i controlli da fare a fine anno. I consigli di Adiconsum e i costi medi sostenuti per la banca dagli italiani
Nell’estratto conto di fine anno, quello al 31 dicembre, c’è anche il cosiddetto ‘Documento di sintesi‘ che permette di rilevare se sul conto corrente i costi medi sostenuti risultano essere inferiori o superiori ad un parametro di riferimento, l’ISC.
Trattasi, nello specifico, dell’Indicatore Sintetico di Costo che permette di effettuare una comparazione tra i ‘costi standard‘ e quelli realmente sostenuti. Se il divario tra spese sostenute e l’ISC è ampio, allora è molto probabile che il conto corrente non sia in linea con il proprio profilo di utilizzo. Che fare in questi casi?
Ebbene, al riguardo l’Adiconsum consiglia di rivolgersi alla banca e verificare se da parte dell‘istituto di credito ci sia la disponibilità a ricontrattare le condizioni magari cambiando conto senza oneri aggiuntivi. Altrimenti si cambia banca e conto corrente scegliendone uno più conveniente.
Vedi anche: Conti correnti troppo costosi, denunciate le banche
Stando ai dati forniti dalla Banca Italia, con l’ultima indagine annuale sui costi dei servizi bancari, nel 2013 gli italiani hanno pagato in media 81,9 euro annui quali costi associati all’utilizzo dei conti correnti. Il dato è al netto delle commissioni di scoperto, quando si va temporaneamente in rosso sul conto corrente, e degli interessi. Includendo queste due voci invece nel 2013 il costo medio di un conto corrente per gli italiani si è attestato a 97,1 euro annui.
Rispetto al 2012, stando ai dati forniti dalla Banca D’Italia, il costo medio di un conto corrente lo scorso anno si è attestato in calo anche se sono ancora ampi i margini di discesa affinché i costi medi possano attestarsi in linea con quelli dei Paesi europei più virtuosi.
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