Prevenzione Alzheimer grazie alla dieta. Ecco l’alimentazione corretta

Esiste una dieta per i malati di Alzheimer? Non proprio, ma esistono comportamenti alimentari corretti per far sì che questa atroce malattia si possa prevenire
Chi ha un parente affetto da Alzheimer sa he la vita non è affatto facile. Diventano come bambini, a volte hanno scatti d’ira, non c’è un giorno uguale all’altro, perché possono esserci dove si fa i suoi bisogni addosso, tira oggetti, non riconosce neanche i parenti stretti e magari si sofferma a parlare con una vecchia foto, pensando che sia uan persona reale. Nei talk-show non se ne parla mai abbastanza ed è un male, perché nonostante ci sia una lieve battuta d’arresto, l’Alzheimer continua a manifestarsi, almeno sul territorio italiano, e colpisce gli anziani senza possibilità di scampo. Perché purtroppo non esiste cura, le persone affette possono imparare a convivere con la loro malattia.
Prevenire la malattia è diventato, a questo punto, imperativo. E per prevenire, bisogna iniziare a mangiare bene. La Columbia University a New York ha condotto uno studio dove più di 1200 persone intorno ai 65 anni, senza turbe cognitive, dovevano elencare le loro abitudini alimentari. Poi, i dottori hanno prelevato loro il sangue, per ricercare la proteina beta-amiloide, associata appunto alla malattia. Chi segue una dieta ricca di pesce e frutta secca oleiginosa (quindi nocciole, mandorle), oltre che carne di pollo, non aveva alte dosi della proteina, perché gli alimenti sopra descritti sono ricchi di acidi grassi polinsaturi, Omega 3. E L’Omega 3 proveniva appunto da cibi composti da insalata, pesce, frutta, margarina, ma anche carne bianca. In pratica, chi mangia la cara vecchia dieta mediterranea ogni giorno non dovrebbe avere problemi con l’Alzheimer, a differenza di chi si concede troppi eccessi. Variare è il segreto, per poter assimilare naturalmente le vitamine, i grassi monoinsaturi e polinsaturi buoni e tutte le sostanze di cui il corpo ha bisogno. Gli altri alimenti, tutti sottoposti a test meticolosi, non hanno dato risultati significativi riguardo al contrasto della proteina beta-amiloide.
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Divertente e istruttiva l’app dei Fumbles di Teresa Pascarelli:
[modifica di R. Galletti: link eliminato, spam ]