Mourinho e l'Italia



Josè Mario dos Santos Felix MOURINHO
Scrive Enrico Franceschini su Repubblica, all'indomani della storica tripletta dell'Inter (scudetto – Coppa Italia – Champions League):
Mourinho se ne va perchè dimostra di essere, ancora una volta, un furbo. Nel senso deteriore del termine, cioè di uno che fa il furbo. Che avesse vinto o perso ieri sera, la prossima stagione gli sarebbe stato difficile replicare gli stessi risultati: dunque – questo il diffuso parere che circola da noi in Italia – se ne va adducendo altre ragioni, “non mi sento a casa, non sono allegro, non mi sento amato”.  Per cui le sue lacrime a fine gara, per la seconda volta, prima dopo la vittoria in Coppa Italia, poi dopo quella sul Bayern, sarebbero in realtà lacrime di coccodrillo, parte del personaggio.
Queste cose, mi pare, le pensano e le scrivono non solo beceri anti-interisti o giornalisti di serie B, ma cronisti e commentatori sportivi di riconosciuto valore.
Ma se invece [..] non fosse solo una furbata, se non c’entrassero i soldi, se davvero a Mourinho non piacesse qualcosa dell’Italia, cosa ci sarebbe poi di tanto strano? [..]
In Inghilterra non ci sono trasmissioni sportive come “Il processo del lunedì’”. Non ci sono intellettuali o pseudo-intellettuali che si scazzano in tivù tutte le settimane difendendo o attaccando allenatori, giocatori, dirigenti di questa o quella squadra. Non c’è la moviola. Come dite? Non ci credete? Pensate che sia un errore di stampa? Allora lo ripeto: NON C’E’ LA MOVIOLA. Nè ci sono tutte le interminabili discussioni che la moviola induce. Durante la partita, un’azione controversa ovviamente viene ripetuta, e il telecronista magari dice: “Secondo me quel rigore non c’era”. Ma poi basta. Non se ne continua a discutere per giorni. Non si imbastisce un polemica partigiana su ogni virgola che ruota attorno al calcio. Altre cose che in Italia ci sono e in Inghilterra no: le invasioni di campo; i mortaretti e i fumogeni allo stadio; le partite spezzettate ogni 30 secondi da un fallo e da una punizione (questo è un problema di arbitri e di tecnica, comunque è uno dei motivi per cui il calcio inglese è più veloce, più fluido, più bello). Insomma, è tutto l’impianto generale del football giocato, scritto e raccontato in tivù, ad essere diverso. Se mi è consentito: ad essere, semplicemente, MIGLIORE. [..]
Ma allora, tornando a Mou, perchè meravigliarsi se ha deciso di andare al Real Madrid “anche” perchè non gli piace l’Italia? Non ha almeno un po’ ragione?  Sottolineo “anche”, che ho messo apposta tra virgolette.
[..]
Su Mou, quasi tutti la vedono in modi diametralmente opposti: o è un furbastro, un impostore; o è un genio e una gran brava persona. Ma se fosse invece, come molti di noi, un po’ un furbo e un po’ una brava persona? Ovvero se fosse uno che fa i suoi calcoli con furbizia, ma ha pure un po’ di cuore e cervello, ed è sincero quando dice che se ne andrà dall’Italia perchè non si sente “a casa”, non si sente “allegro”?

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