Espressioni di Dante che usiamo ogni giorno

Pure chi non ha studiato la Divina Commedia usa certe espressioni di Dante. Ormai entrate nell’uso comune della lingua italiana, ecco quali sono quelle frasi ed espressioni che hanno lasciato il segno di Alighieri nell’italiano.
Gli Inglesi dicono di noi italiani che quando parliamo, diciamo poesie.
Sicuramente è una frase esagerata e un po’ lecchina se vogliamo, ma è innegabile che il linguaggio comune si è arricchito di modi di dire, frasi fatte e parole estrapolate dai grandi della letteratura, come per esempio la Divina Commedia.
Quest’opera, scritta da Dante tanto tempo fa, ma che è ancora attuale in quanto tutti usano una o più frasi e parole contenute in essa. Riposate le meningi, di seguito ecco quelle principali.
La più usata è stai fresco, significato di “allora finisce male”. Si trova nell’Inferno, XXXIII, 117, location, il Lago di Cocito. I peccatori lì stanno freschi, dice Dante, perché stanno immersi nel ghiaccio ,a seconda del peccato che devono espiare.
Secondo termine: inurbarsi. E’ un vocabolo usato da urbanisti, architetti e storici, e fa parte dei neologismi danteschi formati dal prefisso in-.
Alcuni esempi: indiarsi = diventare Dio; inmillarsi = moltiplicarsi per migliaia; ingemmarsi = adornarsi in maniera massiccia; imparadisare = innalzare al Paradiso. Internarsi al tempo di Dante voleva dire diventare una terna, forse per indicare la Trinità, ma ora indica l’ingresso in un manicomio.
E vogliamo parlare dell’espressione Galeotto fu…? Galeotto era un nome proprio, il personaggio che favorì l’amore tra Lancillotto e Ginevra, ma Dante usò l’espressione galeotto fu il libro per indicare la stessa funzione del Galeotto per altri due protagonisti, ossia Paolo e Francesca, due amanti che finirono l’uno nelle braccia dell’altra e furono beccati e uccisi dal marito di lei.
Altra frase ad effetto: il gran rifiuto. Quando il Papa emerito Ratzinger ha deciso di dimettersi, i giornali in titolavano così gli articoli riguardanti a lui. Deriva dalla Divina Commedia, per riferirsi al rifiuto di Celestino V di continuare ad essere Papa, e al suo posto arrivò Bonifacio VIII, causa dell’esilio del poeta.
Il Belpaese, ossia l’Italia, deriva sempre dall’Inferno: Dante maledice Pisa per la sorte riservata al Conte Ugolino, e per questo invoca le isole di Capraia e Gorgona, chiedendo di spostarsi verso la costa, chiudere l’Arno e annegare tutti gli abitanti della città.
Altra frase, senza infamia e senza lode. Cioè bravo, ma non bravissimo. Per Dante era grav, perché associava gli ignavi, coloro che avevano vissuto la loro vita senza peccati gravi ma anche senza schierarsi dalla parte della fede. Dante li disprezzava tantissimo.
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