East Forum 2015 a Roma: (Dis)ordine globale

Quale sarà il risultato degli accordi commerciali internazionali come il TTP e il TTIP? Ci tireranno furi dalla crisi oppure ci trascineranno ancora nel baratro? Ecco i temi principali che si tratteranno all’East Forum a Roma, alla presenza di esperti e luminari del settore.
Il 16 Luglio prossimo si terrà a Roma un appuntamento imperdibile, ossia l’East Forum 2015, dove si parlerà di economia globale, insieme ai massimi esperti internazionali di economia e commercio. Il commercio internazionale è stato finora il motore della globalizzazione e per un periodo anche della crescita dei Paesi, ma dal subentro della crisi, la situazione è diventata molto critica.
Gli accordi di Bretton Woods del 1944 e dall’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio), dove si stabilì la definizione di GATT, ossia dell’accordo Generale sulle tariffe e il commercio, necessitano di essere adattati a questo particolare momento storico se si vuole rilanciare il commercio internazionale. Ai tempi, non c’era una partnership forte tra Europa e USA, e sicuramente non esisteva neanche la definizione di accordi multilaterali. Insomma, bisogna rimodernare il GATT, per poter promuovere efficacemente la liberalizzazione del commercio di oggi. La costante è che il più forte accordo bilaterale esistente è senza ombra di dubbio quella UE – USA grazie agli investimenti e ai flussi commerciali, pure se ha avuto degli alti e bassi, come d’altronde succede anche alle coppie ben consolidate, anche se la crisi globale iniziata nel 2007 ha innescato un processo di mutamento continuo e ha stimolato lo sviluppo strategico delle economie emergenti, come quelle dell’area del Pacifico. Gli USA, ormai, stanno uscendo dalla crisi, e mirano a costruire qualcosa con queste economie emergenti; l’Europa invece stenta a mettere in piedi una strategia efficace e soprattutto credibile per risollevarsi economicamente.
Ritornando agli USA, hanno all’attivo 20 accordi bilaterali di libero scambio, ma i due più importanti sono il Trans-Pacific Partnership, o TTP, e il Transatlantic Trade and Investment Partnership, abbreviato in TTIP. Il primo interessa l’area asiatica del Pacifico, ed è possibile grazie all’accordo con 11 Paesi. Per gli USA, l’obiettivo è di promuovere la crescita economica, oltre che lo sviluppo e l’innovazione. Ovviamente, anche di rafforzare le alleanze in queste aree.
Diverso invece il secondo, perché riguardano i rapporti commerciali tra UE e USA, oltre he definire la politica nei commerci e negli investimenti tra i due colossi. Ed è questo il fulcro del problema: con la UE debole dal punto di vista economico, si può constatare che il suo ruolo globale sia indebolito, pur mantenendo un ruolo importante nel commercio internazionale. Il TTIP è un trattato bilaterale che regola i rapporti tra i due partner commerciali pur senza vincolare la loro crescita, la loro competitività e soprattutto i loro investimenti. Inoltre, mira a influenzare positivamente anche i Paesi terzi.
I negoziati sono iniziati nel 2013 e sono ancora in corso, perché in discussione ci sono tre punti cardine fondamentali, ossia “l’accesso al mercato, la convergenza regolamentare e le regole del commercio”. Sono due le strade da seguire: la prima è quella di redigere un accordo meno ambizioso, che prevede l’abbassamento delle tariffe per permettere il progresso, oppure, proseguire le negoziazioni con la prossima amministrazione USA.
Se si è interessati, visitate pure il sito ufficiale http://www.eastforum.it/it/ , dove ci si può iscrivere e visionare il programma della giornata.
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