Le Piramidi di Rualis: cosa sono e dove si trovano



Tra Cividale e Prepotto esistono dei monumenti pre-celtici adibiti al culto dei morti: si tratta delle Piramidi di Rualis, scoperte nel 2007 dal ricercatore indipendente Walter Maestra. Ecco perché sono importanti.

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La storia del Friuli Venezia Giulia è costellata da numerosi misteri. Questa regione ha la particolarità unica di avere arte, storia, cultura e natura racchiuse in brevi tratti di strada. Non stiamo parlando delle città storiche famose, come possono essere Aquileia e le sue rovine romane, Trieste, con la sua storia strettamente legata agli Asburgo e al mare; Udine, città dalle mille sfaccettature, o Cividale, una delle città antiche dove si sono fuse insieme varie culture. Proprio a pochi chilometri da Cividale, precisamente in una sua frazione chiamata Rualis, recentemente si sono osservate delle “piramidi”. Non certo come quelle egiziane: in realtà sono tre collinette piccole con dei gradoni. Gli esperti hanno decretato che non sono naturali, ma che si è intervenuto su delle alture già esistenti. Queste opere sono state battezzate le Piramidi di Rualis e si possono vedere lungo la strada che va da via Trieste alla provinciale in direzione Prepotto, a ridosso dell’abitato della frazione Rualis.

Come si diceva prima, la scoperta di queste costruzioni è recente: nel 2007 il ricercatore del posto Walter Maestra ha notato la forma caratteristica e ha voluto approfondire, facendo una delle scoperte più straordinarie per Cividale e per le sue frazioni. Maestra, da 27 anni esperto rabdomante e radioestestista, era a casa si amici a pranzo, quando i suoi occhi si posarono sulle collinette vicine. Uno sguardo distratto, di pochi secondi, ma che è stato come un fulmine che taglia in due il cielo notturno.

Qualcuno può pensare che queste costruzioni non siano importanti, invece, messe insieme ad altre costruzioni tipo le Piramidi Maya in Sudamerica, ma anche la piramide di D’Accoddi in Sardegna, e ancora quelle trovate in Brianza, in Campania e in Bosnia, danno origine alla teoria della concreta presenza di una popolazione pre-celtica abitante queste zone più di 6000 anni fa

 


Popolazioni sconosciute, ma con piena conoscenza dell’astronomia ed evolute quanto basta per elaborare un culto dei morti. Degli appassionati hanno realizzato un rilievo planimetrico che mostra chiaramente come le tre piramidi siano disposte proprio in base alla cintura di Orione, proprio come le Piramidi di Giza e quelle brianzole.

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E’ facile fare quattro conti: a Cividale, a ridosso del Natisone e nelle immediate vicinanze del famosissimo Ponte del Diavolo, esiste l’Ipogeo Celtico (visitabile chiedendo la chiave in Infopoint o al Museo Cristiano e Tesoro del Duomo), una costruzione sotterranea, come una grotta, scavata nella roccia, dove avvenivano riti per onorare i morti, ma anche per il culto della Madre Terra. Lo stesso Maestra ha dichiarato che, sorpreso da un temporale durante un sopralluogo in una delle tre collinette, scese di corsa per ripararsi nell’Ipogeo Celtico e si rese conto che le peculiarità del luogo erano simili a ciò che aveva visto appena sopra Machu Picchu.

E’ un luogo che concentra energie di polarità negativa e positiva, ma che di fatto si annullano, generando al visitatore un senso di benessere. Ma non è tutto: in Via Darnazzacco a Cividale, zona distilleria Domenis, sono stati scoperti resti di mura megalitiche e 500 tombe risalenti all’età del ferro; infine, le piramidi, probabilmente anch’esse monumenti megalitici funebri. Se i calcoli fossero esatti, allora l’Ipogeo Celtico risalirebbe ben prima che la popolazione chiamata Celti si stabilisse in queste zone, oppure, le popolazioni che ai giorni nostri vengono definite celtiche si sono stabilite ben prima di quanto stabilito. Solo un occhio attento e allenato può scorgere queste opere con la punta mozza e la loro struttura a gradoni, in quanto tra la vegetazione del luogo e i vigneti è difficile scorgerne la presenza.

Inoltre, a pochi chilometri dalle piramidi, proprio nel cuore del bosco, è stato rinvenuto un cromlech, ossia un cerchio formato da pietre di diverse dimensioni, tra i 15 e i 10 cm di diametro: da una delle pietre, si può accedere a una grotta preistorica. Di nuovo una grotta, ancora il legame con la Madre Terra, come del resto si può trovare un cromlech ridotto nelle vicinanze delle piramidi brianzole, bosniache, campane e sarde.

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