Paesi dimenticati del Friuli: Codromaz, solo 4 abitanti

Era il paese degli scampanotadôrs, adesso Codromaz ha quattro abitanti. Manca pure il prete e la chiesa è sotto i frati di Castelmonte. Questo è Codromaz.
Uno dei paesi dimenticati del Friuli Venezia Giulia, anche se sarebbe più giusto affermare che si tratta di una frazione. Uno dei luoghi più suggestivi che ci possono essere nelle vallate friulane, abitati da poche persone e dove il tempo sembra essersi fermato.
Codromaz, frazione di Prepotto, aveva ben 106 abitanti nell’ormai lontano 1946. Il nome è di origine incerta. E’ probabile che derivi dal termine sloveno Koder o Kodra, ricciolo, e questa parola è analoga a un cognome popolarissimo in Italia, ovvero Rizzi.
Come arrivare a Codromaz
Arrivare a Codromaz è abbastanza facile. Si parte da Prepotto e si prosegue lungo la strada che costeggia il fiume Iudrio. Dieci chilometri circa e si troverà un bivio, si gira a sinistra e si è arrivati a Codromaz. Prepotto è formato da trenta frazioni e tutte hanno pochissime anime che abitano ancora in questi luoghi. Gli amanti delle escursioni conoscono bene la zona, visto che lungo il fiume è presente un’area naturalistica. E’ una buona occasione per visitare delle tipiche borgate friulane. Piccola curiosità: a destra si scorge il confine sloveno e si è nelle immediate vicinanze del santuario mariano più famoso del Friuli, Castelmonte.
Sono poche anime che abitano ancora a Codromaz, ma le tradizioni sono dure a morire Il parroco di Prepotto celebra ogni tre anni la Messa natalizia e qui ancora si suonano le campane. Nei primi anni Cinquanta, Codromaz era il paese degli scampanotadôrs, ovvero dei suonatori di campane. Chi ha in custodia le chiavi della canonica, del campanile e della chiesa, ogni giorno, suona le tanto amate campane, mezzogiorno e sera. La tradizione era molto radicata, perché il parroco di allora suonava da solo ben tre campane, una corda per mano e la terza con un’asse legata alla corda, alla maniera di creare un pedale. In paese tutti hanno seguito questa passione e sono diventati scampanotadôrs. La tradizione in Friuli è ancora radicata, tanto che è nata una associazione che diffonde l’arte del suonare le campane in Italia e nel mondo, intonando canti religiosi, ma anche canti tradizionali italiani e friulani.
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