Crisi editoria, diminuiscono le vendite dei quotidiani e la pubblicità

La crisi investe anche le testate giornalistiche: in netto calo le vendite dei quotidiani e gli investimenti pubblicitari. Gli italiani risparmiano leggendo il giornale al bar oppure online dai siti gratuiti di notizie
Negli ultimi anni, quelli della crisi, in Italia c’è stato un calo delle vendite dei quotidiani, ma i lettori non sono diminuiti.
In pratica in molti hanno rinunciato a comprarlo per risparmiare, ma poi magari hanno preso l’abitudine di leggerlo al bar sotto casa. Dal 2012, invece, a fronte del calo delle copie vendute c’è stata anche una contestuale discesa del numero dei lettori di giornali cartacei, anche dovuto alla diffusione di smartphone che ti permettono di accedere in mobilità su Internet per leggere le notizie dai giornali online.
Questo è quanto è emerso, tra l’altro, da un Rapporto della Fieg che ha scattato la fotografia in merito all’andamento delle vendite nel comparto dell’editoria in Italia. La crisi dei quotidiani è però iniziata già nel 2001 per arrestarsi temporaneamente solo nel 2006 quando anno su anno ci fu una modesta inversione di tendenza.
Preoccupante anche il valore degli investimenti pubblicitari, che nel 2012 è stato pari a 7,442 miliardi di euro, il 14,3% in meno rispetto all’anno precedente (8,683 mld di euro). Praticamente, al netto dell’inflazione, si è tornati ai livelli degli investimenti pubblicitari del 1991.
Per il resto, dal punto di vista geografico, il Rapporto della Fieg rivela come l’Italia sia un Paese spaccato in due anche per quel che riguarda la vendita di quotidiani. Al Nord, infatti, si vendono in media 86 copie ogni 1.000 abitanti rispetto alle 76 del Centro Italia ed appena 45 copie ogni mille abitanti nelle Regioni del Mezzogiorno.
Addirittura in Sicilia, Puglia, Basilicata e Campania la media di vendite non arriva neanche a 40 copie di quotidiani ogni mille abitanti. Su tutti, invece, la Regione più virtuosa è rappresentata dal Friuli Venezia Giulia dove si vendono ben 121 copie ogni mille abitanti, ovverosia quasi quattro volte di più rispetto alle 33 copie ogni mille abitanti della Regione Campania.
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