Nessuno manda più cartoline, la colpa è di Facebook

Facebook manda in pensione le cartoline, solo un turista su 20 le invia. Tutti gli altri preferiscono utilizzare i social network, è più immediato ed economico.
Un sondaggio recente fa emergere una triste verità: il 61% dei turisti utilizza i social network e le applicazioni quali Flickr e Instagram per contattare chi è rimasto a casa, mentre il 20 % aggiorna il proprio profilo social almeno ogni 2 giorni. Inoltre, il 5% consulta gli aggiornamenti ogni due ore. Brutte notizie per le cartoline: secondo il sondaggio, infatti, ne viene inviata una ogni 20 turisti.
Purtroppo per gli amanti della scrittura, stiamo assistendo alla fine di un’epoca. Proprio come è successo con le lettere, rimpiazzate dalle più veloci e-mail e con i telegrammi, rimpiazzati dagli SMS, anche le cartoline, nel giro di pochi anni, si prevede che le cartoline si troveranno solo su Ebay e non più sugli scaffali degli espositori nei negozi di souvenir, in quanto il sito creato da Mark Zuckerberg è diventato il mezzo più economico e più usato per comunicare in vacanza, soprattutto ora che ci si può connettere ad esso con un tablet, o con il proprio smartphone.
Usando Facebook, si può condividere in maniera istantanea le proprie esperienze di viaggio, senza fare la fila per comprare il francobollo, o i francobolli se si tratta di più cartoline, e quindi sollevarci dall’onere di pensare a tutte le persone care da contattare.
Sempre secondo il sondaggio, il web condiziona sempre di più la scelta della destinazione di viaggio: sono finiti, infatti, i giorni in cui si entrava in una agenzia di viaggio a caccia di dépliant o brochure di viaggio, in quanto basta navigare in Rete e consultare i maggiori siti di comparazione viaggi per decidere, oppure leggere la propria rivista preferita.
Anche i dépliant e i cataloghi delle agenzie di viaggio sarebbero avviati sul viale del tramonto: il 90% preferisce altri metodi, come i siti web (23%), i social (22%) e i quotidiani/riviste, non necessariamente del settore (10%).
Fonti: ilgiornale – ilmessaggero
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