Imposte sugli immobili: dall’inizio della crisi aumentate di 10 miliardi

Con la Tasi, tassa sui servizi indivisibili, le imposte sugli immobili per il 2014 aumenteranno di quasi 3 miliardi di euro
Per far quadrare i conti pubblici lo Stato italiano, in forza ai provvedimenti legislativi dell’attuale come dei precedenti Governi, ha fatto cassa in maniera spropositata inasprendo il prelievo sull’immobiliare.
In particolare, dall’inizio della crisi, le imposte sugli immobili sono aumentate complessivamente di ben 10 miliardi di euro considerando non solo le case, ma anche i capannoni e gli uffici.
A fornire questo dato è stata la Cgia di Mestre che, inoltre, per il 2014 ha rilevato un ulteriore inasprimento del prelievo sull’immobiliare, per ben 2,9 miliardi di euro, a causa dell’introduzione della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili.
La Confedilizia, che nei prossimi giorni sul tema della tassazione sugli immobili ha organizzato un convegno a Firenze, ritiene non a caso che il prelievo sul mattone sia arrivato a livello tale che non si fa più riferimento a quello che è il principio costituzionale della capacità contributiva.
In merito alla Tasi è negativo anche il Giudizio della Fiaip, la Federazione italiana agenti immobiliari professionali, in quanto con l’aumento delle aliquote il Governo va contro i buoni propositi di rilanciare con provvedimenti ad hoc il settore immobiliare italiano che da troppi anni è oramai in affanno a causa del calo del redditi delle famiglie e del contestuale aumento della tassazione sulle case.
Ed il tutto senza considerare quanto accaduto nei giorni scorsi con la cosiddetta mini Imu che ha costretto circa 10 milioni di italiani a fare la fila al Caf prima, e poi in banca o presso gli uffici postali per mettersi in regola entro il 24 gennaio del 2014.
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