Viaggi letali: i viaggi a rischio dove si può anche morire



Viaggiare in zone pericolose, dove si può morire, essere rapiti o essere vittima di incidenti gravissimi, violenze, rapine.

viaggi pericolosiIn questi giorni tutti abbiamo nelle orecchie la notizia data dai telegiornali: è successo un incidente mortale in Bolivia, costato la vita a tre nostri connazionali. Subito dopo, però, altra tragedia, e non dall’altra parte del mondo, ma in Valtellina: quattro scalatori morti. Purtroppo la noncuranza dei turisti può avere conseguenze pesanti, anche tragiche, in quanto si vuole talmente evadere dalla quotidianità o seguire l’istinto di avventura che non ci si ferma a pensare a prendere precauzioni o informarsi sulle eventuali crisi che possono investire una data città o nazione.

Le conseguenze si fanno sentire in maniera pesante, e costano caro sia ai cari lasciati nel dolore e nelle preoccupazioni in Italia, che allo stesso Stato, il quale si sente obbligato ad intervenire attraverso la Farnesina e dover riportare in Italia i malcapitati turisti. Da anni il Copasir, ossia il Comitato Parlamentare per la Sicurezza, vuole far approvare una legge in cui si prevede che le spese sostenute dallo Stato in caso in cui un cittadino venga sequestro in una zona dove il Ministero degli Esteri ha esplicitamente suggerito delle cautele o consigliato di non avventurarsi affatto siano a carico della famiglia delle vittime. L’intento non è assolutamente quello di punire le vittime, quanto scoraggiare le imprudenze, ossia partire per luoghi pericolosi senza avere uno straccio di informazione e non aver adottato neanche mezza precauzione.

 


Se si è principianti, ad esempio, non si può pretendere di scalare una montagna particolarmente difficile anche per gli esperti, per dimostrare di essere bravi. E’ assodato che ci siano forti possibilità di non fare più ritorno a casa e lasciarci le penne. O ancor, recarsi in zone zeppe di ordigni bellici inesplosi, o ancora, sceglie di fare viaggi avventura organizzati da tour operators che non sono in grado di garantire degli spostamenti sicuri o mezzi di trasporto decenti, come Avventure nel Mondo, ma ce ne sono altri che offrono ai turisti autobus malandati, piloti e autisti inesperti, voli charter che cadono a pezzi. I casi sono in crescita, troppi, e il bollettino di guerra è destinato ad allungarsi.

Chi ha avuto la fortuna di tornare a casa, come Paolo Bosusco dallo Stato dell’Orissa, Maria Sandra Mariani, rapita da Al Qaeda nel Maghreb, Bruno Pellizzari, rapito da pirati somali, Clementina Canoni, cooperante a Kabul, può ringraziare probabilmente lo Stato Italiano che ha pagato il riscatto.

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Senz’altro far acquisire consapevolezza è utile: è assodato che se arriva la propria ora non ci si può sottrarre, ma è anche vero che non bisogna favorirne l’arrivo, andando in vacanza per “provare una emozione” o “per rendersi utili al prossimo” se significa perdere la vita ed arrecare dolore ai propri cari.

Fonte: http://www.iltempo.it/cronache/2014/09/01/alla-ricerca-dell-avventura-a-rischio-la-moda-letale-dei-viaggi-fai-da-te-1.1301856

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