Riboflavina dove si trova e a che cosa serve?



Riboflavina: ecco tutto quello che c’è da sapere su questa importantissima vitamina comunemente conosciuta con la sigla B2

riboflavina vitamina b2

La riboflavina, comunemente nota come vitamina B2, è una vitamina idrosolubile appartenente al gruppo delle vitamine del complesso B. La stessa è importante nella formazione di enzimi ossidativi noti con il nome di flavoproteine, responsabili di trasformare in energia i carboidrati e i grassi assunti e a convertire il triptofano (un amminoacido), in niacina( vitamina B3). Inoltre,gli stessi influenzano anche il metabolismo delle proteine aiutando così a preservare la salute della pelle, regolano e controllano la crescita dei globuli rossi. Tutte le menzionate attività sono possibili solo se la riboflavina viene assunta secondo la dose giornaliera raccomandata, che generalmente corrisponde a 0,6 mg su 1000 calorie, ma, solitamente agli uomini è consigliata l’assunzione giornaliera di 1,7 mg e alla donna, invece, quella di 1,3 mg. Quando questa dose giornaliera non viene rispettata per un lungo periodo, l’organismo va in deficit di riboflavina, e si parla di ipovitaminosi B2, e si manifesta con:

 


  • glossite (infiammazione della lingua)
  • crepe agli angoli della bocca
  • pelle secca e squamosa nelle narici

Per sopperire o prevenire l’ipovitaminosi B2 è necessario consumare alimenti ricchi di tale vitamina, primo tra tutti il latte e i suoi derivati; bisogna sapere che un bicchiere di latte contiene il 20% della dose giornaliera raccomandata di riboflavina. Altre buone fonti sono il fegato, le uova,le  verdure a foglia verde, le germe di grano, il lievito di birra, i cereali integrali e il pane arricchito coi cereali. In casi molto gravi, il medico può prescrivere l’assunzione di integratori. A proposito di quest’ultimi, per oltre trent’anni sono stati utilizzati come parte integrante della fototerapia, il trattamento per curare l’ittero neonataleperchè la luce utilizzata per irradiare i bambini non eliminava solo la bilirubina in eccesso, responsabile dell’ittero, ma abbassava anche i livelli ematici della riboflavina del bambino, necessitando così di un supplemento.

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